Devi condividere post accattivanti, usare lo storytelling, creare hype, amentare la tua awarness…. ma basta!
Ma in pratica cosa vuol dire?! Suggerimenti più generalisti di così non possono che mandarti in confusione se stai creando i tuoi primi post.
Questo contenuto nasce dai dubbi che ho raccolto durante gli ultimi corsi. Mi sono infatti accorto che, da una parte, leggere blog, newsletter, post da profili differenti manda in confusione le persone perché chi ha scritto questi contenuti ha personalità e approcci diversi. Ed è giusto così. Dall’altra spesso i corsi di formazione rimangono ancora troppo vaghi, senza la condivisione di esperienze pratiche e strumenti. Una semplice spiegazione della teoria.
Per tanto così allora basterebbe leggere un libro.
Formandomi quasi tutti i giorni posso dirti che, dal mio punto di vista, i migliori formatori sono quelli che ti mettono in difficoltà. Se non hai una tua piccola montagna da scalare non puoi migliorare per puntare alla vetta di quella più alta.
Metti in pratica questi suggerimenti e, per favore, fammi sapere davvero se ti sono stati utili oppure no. Per essere un buon formatore devo migliorare continuamente anch’io e sapere cosa è positivo per le persone che mi seguono e cosa no è fondamentale. Scrivi un feedback diretto senza farti problemi.
Parti dal perché: come comunicare l’unicità sui social
Per condividere contenuti che siano interessanti davvero devi fare uno sforzo di empatia e metterti nei panni di chi li vedrà.
Abbiamo talmente tanti stimoli a portata di mano che possiamo passare oltre senza neanche accorgercene.
Per evitare di sprecare il tuo tempo prima di pubblicare qualcosa fatti una domanda:
Perché il mio target dovrebbe guardare questo post? La risposta dovrebbe uscire spontanea. Perché hai condiviso qualcosa di utile che le persone possono poi usare nella vita, mi ha raccontato una storia, condiviso un’emozione o un’esperienza.
Non deve essere niente di rivoluzionario per la vita. Le cose memorabili, di cui però sentiamo tanto parlare, non arrivano tutti i giorni. Altrimenti non sarebbero più memorabili.
E se non riesco a trovare un perché? Ragionaci e trovane uno. Non ci corre dietro nessuno. Allontana i messaggi che ti dicono che devi essere costante, dappertutto, ecc…
Stai imparando. Quindi prenditi il tuo tempo, datti una scadenza e passa allo step successivo.
Quali immagini usare nei post per i social
Ora che sei pronto dobbiamo montare una delle parti più importanti del nostro post: l’immagine.
Spesso il consiglio che si riceve è “usa immagini accattivanti!”. Ma nella pratica cosa vuol dire?
Non esiste un significato che valga per tutti. Puoi usare questo insieme di regole per capire quando un’immagine è adatta al tuo pubblico.
Un’immagine accattivante:
- Non è stock, di quelle tutte uguali che si scaricano gratuitamente
- Non deve essere perfetta
- Dove essere coerente con tutta la tua comunicazione
- Dovrebbe rappresentare un’esperienza realistica, cioè che può crearsi nella testa delle persone
- Non deve avere elementi di ansia: cioè quelle cose che proprio non vorrei vedere
Per dare un esempio concreto usiamo lo spot realizzato dal Ministero della Funzione Pubblica. Attraverso una serie di immagini le persone dovrebbero essere attirate a lavorare in uno degli ambiti della pubblica amministrazione.
Partendo dall’esperienza realistica: quando mai avete visto un comune italiano con un moderno open space, vetrate luminose e piante appese al soffitto?
Durante il video succedono due cose che, ovviamente senza volere, confermano due stereotipi del lavoro pubblico. La protagonista scherza con l’assistente sociale dicendo “Sempre in giro eh?”. Chi lavora in una pubblica amministrazione sa che probabilmente questo fa parte del suo lavoro, per tutti gli altri potrebbe essere semplicemente una dipendente a spasso con un anziano. E come di come sempre: non si deve mai dare niente per scontato.
A un certo punto riceve una telefonata proprio nel bel mezzo di una riunione, una videochiamata da boomer.
Quindi non riconosco come familiare nessuno dei luoghi mostrati nel video, non è coerente con l’esperienza reale e inoltre va a confermato alcune “ansie” legate agli stereotipi.
Scrivere post efficaci: lo storytelling nel testo
Ora che abbiamo avvitato anche l’immagine siamo pronti a smussare il testo. E’ importante scrivere qualcosa che sia interessante perché le persone si fermano sull’immagine, la trovano interessante e passano al testo. Se non trovano niente di che passano al contenuto successivo scartando il tuo.
Soprattutto all’inizio si fa fatica a trovare le parole giuste per levigare un testo interessante. Le leggiamo sembrano le istruzioni del trapano.
Non disperare e usale come base di partenza per un racconto. Grazie al racconto le parole diventano interessanti, coinvolgenti.
Una volta che hai riscritto tutto trova la frase che più interessa ai tuoi follower e piazzala in alto. Adesso si chiama gancio e serve per avere l’attenzione fin della prima riga.
Come sfruttare le call to action
Perfetto! Ora che sai il perché una persona dovrebbe smettere di scorrere e fermarsi proprio sul tuo post, che hai levigato un testo che si legga dall’inizio alla fine ti manca solo una cosa: la call to action.
Inserire una call to action alla fine dei tuoi post aumenta del 30% le possibilità che le persone facciano un azione. La chiamata all’azione deve essere:
- Naturale, cioè coerente con il resto del testo.
- Coinvolgente. Invece di “scrivi un commento” meglio dire “Cosa ne pensi su questo argomento?”
- Chiara. Senza tanti giri di parole
Se vuoi che qualcuno lasci un commento glielo devi dire. Vuoi aumentare i salvataggi dei tuoi post su Instagram? Se me lo suggerisci è più probabile che lo farò.
Conclusione
Benissimo! Hai montato il tuo post dall’inizio alla fine. Puoi usare questo metodo quando sei in difficoltà, a corto di idee, stanco e così via.
Ricordati le regole fondamentali:
- Deve esserci un perché, qualcosa di interessante, che mi faccia fermare sul tuo post.
- Una volta che mi sono fermato mi devi dire qualcosa che attiri la mia attenzione dall’inizio alla fine.
- Meglio con una storia, così non eviti l’effetto “Istruzioni della lavatrice”
- Se vuoi che faccia qualcosa dimmelo!